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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-04

NUCLEARE

Governo impugna leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata

L'esecutivo sottoporrà alla Corte Costituzionale le normative che impediscono la costruzione di centrali sul territorio delle tre Regioni.

Il ministro Scajola: una decisione "necessaria per questioni di diritto e di merito, per evitare un precedente pericoloso".

Il verde Bonelli: "Atto fuori dalla democrazia: dov'è finito il federalismo?"

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero:

La Battaglia contro il Nucleare non può passare rivendicando il Federalismo.

Le politiche Nazionali servono per coordinare lo sviluppo armonico dell'Italia, e non si possono demandare alle Regioni competenze che compromettano inninnanzi tutto l'Unità d'Italia.

Ciò vale per l'Energia, l'Acqua, i Rifiuti, il Riciclaggio. Il Risparmio Energetico, i Trasporti, la Viabilità, i Porti, la Polita dello Sviluppo in Generale, del Turismo, dei Prodotti Italiani nel Mondo, della Legislazione Edilizia, Tecnica, di Prevenzione Sociale, la Giustizia, la Difesa, le Forze dell'Ordine, le Tasse, ecc.

Ciò non toglie che poi vanno sviluppati le iniziative tese a supportare i servizi in crisi come la Giustizia per evitale il rischio della prescrizione dei processi, ma anche per accelerarli realmente per rispondere in tempo reale alle giuste aspettative degli onesti, Aziende e Cittadini, ed altri interventi mirati per sopperire alle carenze dello Stato, ma non per sostituirsi allo Stato Unitario.

Inoltre vanno prese tutte le iniziative per sviluppare un dibattito reale con la popolazione per maturare insieme scelte idonee per lo sviluppo oltre che Regionale, anche Nazionale.

In questa ottica bisogna muoversi introducendo nel dibattito politico per le Elezioni Regionali la Questione del Nucleare, della scelta scellerata di percorrere la strada senza alcuna garanzia reale sulla sua assenza di pericolosità, sulle scorie, sui costi economici e sociali, sull'Impatto Ambientale e le prospettive di Sviluppo divaricanti rispetto alla naturale predisposizione Agricola, Turistica, Industiale compatibile.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

 

AVVENIRE

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2010-02-04

4 Febbraio 2010

ROMA

Nucleare, il Governo impugna

tre leggi delle regioni del "no"

Il Consiglio dei ministri ha deciso questa mattina di impugnare davanti alla Corte costituzionale le leggi di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono la costruzione di nuove centrali nucleari nei loro territori. "Le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato e non riconoscono l'esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell'ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza", spiega il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola in un comunicato.

"Il governo impugnerà tutte le eventuali leggi regionali che dovessero strumentalmente legiferare su questa materia, strategica per il Paese", aggiunge Scajola, confermando che il prossimo Consiglio dei ministri approverà in via definitiva il decreto legislativo che indica i criteri per la selezione dei siti dove sorgeranno le nuove centrali nucleari.

 

CORRIERE della SERA

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2010-02-04

L'esecutivo intende aprire nuove centrali, il veto dei governatori lo ostacolerebbe

Nucleare, il governo contro le Regioni

Impugnate le leggi con cui Puglia, Campania e Basilicata hanno detto no a nuovi siti. Realacci: "Debole ritorsione"

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Impugnate le leggi con cui Puglia, Campania e Basilicata hanno detto no a nuovi siti. Realacci: "Debole ritorsione"

La centrale nucleare mai entrata in funzione di Trino Vercellese

La centrale nucleare mai entrata in funzione di Trino Vercellese

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare dinnanzi alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori. Lo riferiscono fonti governative. La decisione è stata presa su proposta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e d'intesa con il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto.

CONFLITTO GOVERNO-REGIONI - Il governo ha più volte ribadito l'intenzione di riavviare un programma nucleare per l'Italia, dopo che la vittoria del referendum del 1987 aveva di fatto bloccato ogni possibilità in tal senso frenando anche i progetti già avviati a Montalto di Castro e Trino Vercellese. Ma alcune regioni avevano deciso di opporsi vietando con delle proprie leggi la destinazione del proprio territorio all'eventuale insediamento di nuovi siti nucleari. L'esecutivo chiede ora alla Consulta di dichiarare illegittimi quei provvedimenti che, di fatto, comporterebbero - soprattutto se poi seguiti da iniziative analoghe da parte delle altre regioni - l'impossibilità per il governo di individuare luoghi adatti alla costruzione delle nuove centrali.

LE MOTIVAZIONI - "L'impugnativa delle tre leggi è necessaria per ragioni di diritto e di merito", ha spiegato il ministro Scajola. "In punto di diritto - ha aggiunto - le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l'esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell'ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza (articolo 117 comma 2 della Costituzione). Non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perchè si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese". "Nel merito - ha continuato il ministro - il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del Governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo". Il ministro Scajola ha inoltre ricordato che "al prossimo Consiglio dei Ministri del 10 febbraio ci sarà l'approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l'altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari". Scajola ha poi preannunciato che "il governo impugnerà tutte le eventuali leggi regionali che dovessero strumentalmente legiferare su questa materia, strategica per il Paese".

"RITORSIONE DEBOLE" - La prima reazione politica è di Ermete Realacci, deputato Pd ed ex presidente di Legambiente: "È una debole ritorsione, visto che già il governo è di fronte alla Corte Costituzionale per l'inaccettabile legge che impone, unico caso in un paese occidentale, anche attraverso la militarizzazione dei siti, la costruzione delle centrali nucleari contro il volere delle regioni e dei territori. Quello del governo - ha aggiunto l'esponente democratico - è un approccio che rischia di condurci solo in un vicolo cieco; non sarà con la forza che si farà digerire agli italiani una scelta costosa e sbagliata". Per il presidente dei Verdi, Bonelli "la decisione di impugnare le leggi delle tre Regioni che avevano detto no al nucleare è un atto fascista e fuori dalla democrazia. E' sempre più evidente, ormai, la volontà di mettere i cittadini italiani davanti al fatto compiuto rispetto alla costruzione delle centrali nucleari, imponendole con l'esercito ed ignorando completamente la democrazia e le scelte delle regioni. Viene da chiedersi dov'è finito il tanto declamato federalismo di cui una delle forze della maggioranza, la Lega, ha fatto il proprio oggetto sociale".

Redazione Online

04 febbraio 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-02-04

NUCLEARE

Governo impugna leggi regionali

di Puglia, Campania e Basilicata

L'esecutivo sottoporrà alla Corte Costituzionale le normative che impediscono la costruzione di centrali sul territorio delle tre Regioni. Il ministro Scajola: una decisione "necessaria per questioni di diritto e di merito, per evitare un precedente pericoloso". Il verde Bonelli: "Atto fuori dalla democrazia: dov'è finito il federalismo?"

Governo impugna leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata

ROMA - Il consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Basilicata e Campania che impediscono di costruire centrali nucleari sul loro territorio. Una scelta fatta dall'esecutivo su proposta del ministro dello Sviluppo Claudio Scajola d'accordo con il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto.

"L'impugnativa delle tre leggi è necessaria per questioni di diritto e di merito - afferma Scajola - In punto di diritto le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l'esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell'ambiente della sicurezza interna e della concorrenza (art. 117 comma 2 della Costituzione)". "Non impugnare le tre leggi - continua il ministro dello Sviluppo economico - avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione diinfrastrutture necessarie per il Paese".

"Nel merito - prosegue Scajola - il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo".

Dopo aver chiarito che l'esecutivo "impugnerà tutte le eventuali leggi regionali che dovessero strumentalmente legiferare su questa materia strategica per il Paese", il ministro conferma che "al prossimo Consiglio dei ministri del 10 febbraio ci sarà l'approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l'altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari".

 

"La questione nucleare è di rilevante importanza per le strategie di politica economica ed energetica del governo, e investono un punto fondamentale nei rapporti fra competenze statali e regionali. L'art. 7 del decreto-legge n. 112/2008, convertito in legge n. 133/2008, definisce la strategia energetica nazionale posta in essere, perseguendo, fra l'altro, l'obiettivo della realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare", aggiunge Scajola ricordando poi che "sulla medesima questione si è già pronunciata nel senso esposto la Corte costituzionale".

"Un atto fascista e fuori dalla democrazia", denuncia il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. "E' sempre più evidente, ormai, la volontà di mettere i cittadini italiani davanti al fatto compiuto rispetto alla costruzione delle centrali nucleari, imponendole con l'esercito ed ignorando completamente la democrazia e le scelte delle regioni. Viene da chiedersi dov'è finito il tanto declamato federalismo di cui una delle forze della maggioranza, la Lega, ha fatto il proprio oggetto sociale".

(04 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Ambiente

 

 

 

 

 

Nucleare, le reazioni delle Regioni

Vendola, "Saremo disobbedienti"

De Filippo: "Faremo rispettare la Basilicata". L'opposizione: "Dov'è finito il federalismo?"

Bassolino, Campania: "La Corte riconoscerà che i principi costituzionali sono rispettati"

Nucleare, le reazioni delle Regioni Vendola, "Saremo disobbedienti"

Il governatore della Puglia Nichi Vendola

ROMA - "La Puglia sarà una Regione disobbediente: continueremo a dire no al nucleare", così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola ha commentato la notizia della decisione del Consiglio dei ministri di impugnare le leggi regionali di Puglia, Basilicata e Campania che vietano la costruzione di centrali nucleari sul loro territorio. Dello stesso avviso anche Vito De Filippo, presidente della Basilicata, che ha dichiarato: "Faremo rispettare il nostro territorio, la Basilicata ha il diritto di esprimersi sul nucleare". Per Antonio Bassolino, presidente della Campania, la Corte non potrà che riconoscere la costituzionalità della legge regionale. Critiche al governo sono arrivate da Pd, Verdi e Italia dei Valori: "Dov'è finito il tanto declamato federalismo?".

"La destra che finge di essere ambientalista a Bari diventa ferocemente nemica dell'ambiente a Roma", ha detto Nichi Vendola. "Siamo davvero alla caduta della maschera: in Consiglio regionale la destra vota a favore della legge per la denuclearizzazione della Puglia, e oggi il governo di destra impugna dinanzi alla Corte costituzionale quella stessa legge. Noi saremo la Regione più disobbediente d'Italia e continueremo a dire no al nucleare".

Il governatore lucano, Vito De Filippo, si è detto "non sorpreso" per la decisione del Consiglio dei ministri: "Così - ha commentato - il governo viene allo scoperto e conferma la sua linea ispirata a un centralismo egoistico". Per De Filippo, "si sta censurando una normativa regionale impiantata su una legittima aspirazione e sulla convinzione di un intero territorio. E' inconcepibile che il governo possa pensare di realizzare impianti nucleari senza l'assenso della regione interessata".

 

Secondo De Filippo, "il nucleare non è materia esclusiva dello Stato. Su di essa debbono potersi esprimere le comunità e le Regioni. Nel caso della Basilicata - ha spiegato - abbiamo sempre opposto all'impostazione del governo un'altrettanta nitida scelta politica a livello regionale". Per il governatore lucano, ora si è aperto un "conflitto davvero complicato". "Noi manterremo la nostra posizione - ha precisato - e faremo rispettare a tutti i costi il nostro territorio e le nostre scelte, ritenendo che anche la Corte costituzionale non potrà non concordare con la nostra previsione di legge".

Ne è convinto anche Antonio Bassolino, presidente della Campania, secondo il quale "la produzione di energia è materia concorrente, quindi la Campania rispetta i principi costituzionali". Il governatore della Campania si è dunque detto "fiducioso che la Corte terrà nel dovuto conto i fondamenti giuridici contenuti nella nostra legge. Siamo convinti di aver agito nel pieno rispetto delle norme costituzionali e delle competenze attribuite allo Stato e alle Regioni".

Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente,"l'impugnazione da parte del governo delle leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata è un atto che mira a frenare preventivamente ulteriori decisioni regionali in tal senso". "E' assurdo - ha continuato Cogliati Dezza - che un governo che ha fatto del federalismo la sua bandiera continui invece a centralizzare in modo arrogante e militarista le decisioni inerenti alle politiche energetiche, in totale spregio della Costituzione, delle scelte regionali e delle opinioni dei cittadini".

Duro è stato l'attacco al governo da parte dell'opposizione, a cominciare dall'Italia dei Valori. "Il comportamento del governo è l'ennesimo atto dittatoriale", ha commentato il presidente del gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario. "L'secutivo - ha detto Belisario - ha adottato una strategia che, fin dalla legge 99 del 2009 (Collegato Energia), ha mirato a imporre alle Regioni una politica del territorio che ignora il rispetto delle competenze costituzionalmente riconosciute''.

"Dov'è finito il tanto declamato federalismo?", hanno domandato i Verdi alla notizia della decisione del Cdm. "Si tratta di un atto fascista e fuori dalla democrazia. E' sempre più evidente la volontà di mettere i cittadini italiani davanti al fatto compiuto della costruzione delle centrali nucleari, imponendole con l'esercito". Secondo il presidente Angelo Bonelli, "il ministro Scajola farebbe bene a dire subito ai cittadini, prima delle elezioni regionali, quali sono i siti prescelti per le centrali atomiche. Noi Verdi - ha aggiunto - ci mobiliteremo con tutte le nostre forze per evitare che gli italiani subiscano l'ennesima truffa: perché il nucleare graverebbe sulle loro tasche e sulla loro salute".

Critiche al governo sono arrivate anche dal Partito Democratico che si è espresso per bocca di Stella Bianchi, responsabile per l'Ambiente. "Ieri il ministro Scajola invocava la necessità della trasparenza del percorso e del massimo consenso sociale per la costruzione di nuove centrali nucleari", ha detto Bianchi. "Oggi lo stesso Scajola annuncia l'impugnazione delle leggi di tre Regioni contrarie al ritorno al nucleare. Evidentemente il ministro pensa che costruire il consenso sociale voglia dire impedire alle Regioni di assumere atti contrari ai propri progetti, a ulteriore conferma che la destra è federalista soltanto a parole". Per il Pd, "con questa mossa il governo cerca di nascondere l'estrema debolezza del progetto e la sua diffusa impopolarità".

(04 febbraio 2010)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2010-02-04

Nucleare, offensiva del governo contro Regioni

Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare dinnanzi alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori. Lo riferiscono fonti governative. La decisione è stata presa su proposta del ministro Claudio Scajola (Sviluppo Economico) e d'intesa con il ministro Raffaele Fitto (Affari Regionali).

"L'impugnativa delle tre leggi e' necessaria per questioni di diritto e di merito" dice il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, riferendosi all'impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale che il Governo ha deciso di effettuare nei confronti delle leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata sul nucleare. "In punto di diritto - aggiunge Scajola - le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l'esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell'ambiente della sicurezza interna e della concorrenza (art. 117 comma 2 della Costituzione)". "Non impugnare le tre leggi - continua - avrebbe costituito un precedente pericoloso perche' si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese".

04 febbraio 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-02-04

Il Governo impugna le leggi regionali che bloccano il nucleare

4 febbraio 2010

Reattore nucleare

"Dai nostri archivi"

Cosa c'è scritto nelle 3 leggi della discordia

Impugnata la legge lombarda sulle infrastrutture, Formigoni: "Nessun problema, la cambieremo"

Legittimo impedimento, per la stampa estera governo "blindato"

Scajola: "Puntiamo al 50 0i combustibili fossili, 25ucleare e 25 0.000000onti rinnovabili"

 

Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori.

La decisione è stata presa su proposta del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, d'intesa con il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto. "L`impugnativa delle tre leggi è necessaria per ragioni di diritto e di merito", ha sottolineato il ministro Scajola. "In punto di diritto - ha spiegato - le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l`esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell`ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza (articolo 117 comma 2 della Costituzione)".

Per il ministro "non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese". Nel merito, ha aggiunto poi Scajola, " il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell`energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo". Scajola ha poi ricordato che al prossimo Consiglio dei ministri del 10 febbraio ci sarà l`approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l`altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari.

Immediate le reazioni dell'opposizione. Per l'Italia dei valori la parola d'ordine è referendum. Il leader Antonio Di Pietro annuncia che da domani si apre "la stagione referendaria per i "no" alle centrali nucleari". Al Sole 24 Ore.com, Roberto Della Seta (Pd) ha detto che "al di là del merito della scelta nucleare, alla quale siamo comunque contrari, le procedure scelte, irrispettose della Costituzione, impediranno di realizzare le scelte del Governo perché hanno innescato un conflitto istituzionale che durerà anni". Per Ermete Realacci (Pd) l'azione del Cdm "é una debole ritorsione, visto che già il Governo è di fronte alla Corte costituzionale per l'inaccettabile legge che impone, unico caso in un paese occidentale, anche attraverso la militarizzazione dei siti, la costruzione delle centrali nucleari contro il volere delle regioni e dei territori".

Cosa c'è scritto nelle 3 leggi della discordia

4 febbraio 2010

 

 

 

Cosa c'è scritto nelle 3 leggi della discordia

di Nicoletta Cottone

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4 febbraio 2010

La centrale nucleare di Brindisi

"Dai nostri archivi"

Polverini e Vendola a confronto sul nucleare (elettorale)

Il Governo impugna le leggi regionali che bloccano il nucleare

Le 3 leggi per dire no al nucleare di Puglia, Campania e Basilicata impugnate dal Governo sono arrivate al capolinea dell'approvazione tutte fra dicembre 2009 e gennaio 2010, visto che le 3 regioni ritenevano di essere potenziali obiettivi della localizzazione dei siti. In realtà il no al piano nucleare è venuto, anche se non per via normativa, da quasi tutte le regioni del Belpaese tranne la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, sull'onda dei ricorsi alla Corte Costituzionale presentati da 11 amministrazioni (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana), che hanno rilevato profili di incostituzionalità nelle procedure previste per la definizione dei siti e per i processi autorizzativi delle centrali. Altre 4 (Veneto, Campania, Sardegna e Sicilia), hanno dato il loro sostegno. In Sicilia, per esempio, l'assemblea regionale ha detto no al nucleare con un ordine del giorno, approvato all'unanimità, con l'appoggio anche del governatore Raffaele Lombardo.

In Puglia il no al nucleare è contenuto in una legge ad hoc del 4 dicembre 2009 n. 30. In base alle "Disposizioni in materia di energia nucleare", un articolo di 3 commi, il territorio della regione Puglia, recita la norma, "è precluso all'installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché di depositi di materiali e rifiuti radioattivi". La decisione viene assunta, spiega la norma, tenendo conto degli indirizzi di politica energetica regionale, nazionale e dell'Unione europea con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale garantendo la rispondenza fra energia prodotta, il suo uso razionale e la capacità di carico del territorio e dell'ambiente.

In Campania, invece, il Consiglio regionale ha deciso di inserire le disposizioni contro il nucleare, per dargli ancora maggiore incisività, nella Finanziaria per il 2010, nel secondo comma dell'articolo 1 della legge 21 gennaio 2010 n. 2. Nel provvedimento la regione stabilisce che il territorio regionale è precluso "all'installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione e di stoccaggio del combustibile nucleare nonché di depositi di materiali radioattivi". Il comma dedicato prosegue indicando un programma di interventi, da varare entro 30 giorni, per migliorare l'efficienza energetica e la sicurezza degli impianti di illuminazione pubblica.

In Basilicata il piano anti-centrali nucleari è contenuto nella legge sull'energia, la n. 1 del 19 gennaio 2010 che, all'articolo 8, stabilisce che "nel territorio lucano non possono essere installati impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare, di stoccaggio di combustibile irraggiato e di rifiuti radioattivi, né depositi di materiali e rifiuti radioattivi". La decisione giunge in ossequio ai principi di sussidiarietà, ragionevolezza e leale collaborazione, in mancanza di intesa tra lo Stato e la regione Basilicata.

4 febbraio 2010

 

 

 

4 febbraio 2010

Reattore nucleare

"Dai nostri archivi"

Impugnata la legge lombarda sulle infrastrutture, Formigoni: "Nessun problema, la cambieremo"

Piano casa: il governo rilancia il decreto Dalle 11 videoforum con gli esperti

Milleproroghe martedì al Senato: Tremonti frena sulle zone franche

Scajola: "Puntiamo al 50 0i combustibili fossili, 25ucleare e 25 0.000000onti rinnovabili"

 

Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori.

La decisione è stata presa su proposta del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, d'intesa con il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto. "L`impugnativa delle tre leggi è necessaria per ragioni di diritto e di merito", ha sottolineato il ministro Scajola. "In punto di diritto - ha spiegato - le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l`esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell`ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza (articolo 117 comma 2 della Costituzione)".

Per il ministro "non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese".

"Nel merito - ha aggiunto poi Scajola - il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell`energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo".

Scajola ha poi ricordato che al prossimo Consiglio dei ministri del 10 febbraio ci sarà l`approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l`altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari.

4 febbraio 2010

 

 

 

Polverini e Vendola a confronto

sul nucleare (elettorale)

4 febbraio 2010

"Dai nostri archivi"

Il Governo impugna le leggi regionali che bloccano il nucleare

Cosa c'è scritto nelle 3 leggi della discordia

Vendola stravince le primarie del Pd in Puglia superando il 75% dei consensi

Aut aut di Casini per le Regionali: "Stop alla Lega, o accordo a rischio nel Lazio"

Vince il "doppio forno" di Casini, in Puglia a rischio la leadership Bersani-D'Alema

Nichi Vendola promette disobbedienza, Renata Polverini esclude che si possano realizzare impianti nucleari senza il consenso delle regioni. La decisione del Governo di impugnare le leggi di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di centrali atomiche, suscita preoccupazioni diverse nei candidati più in vista per le prossime regionali: il tema è delicato e sensibilità e attenzione sono massime.

 

Il presidente della Regione Puglia, vincitore delle primarie contro Francesco Boccia avverte: "Continueremo a dire no al nucleare" e ricorda che la legge in questione "è stata approvata in Consiglio regionale all'unanimità, dunque anche con i voti della destra". Tante le premesse del no, sfociato nella decisione di percorrere la strada delle energie rinnovabili, spiega, in una regione che è uno dei principali produttori di energia elettrica d'Italia, di cui l'87% è al servizio del Paese.

"Una centrale nucleare non è un problema ideologico - scrive Renata Polverini sul suo blog - ma un'opportunità da valutare, anche in relazione alla produzione di energia di ogni regione rispetto al fabbisogno del territorio". A prescindere dai problemi di costituzionalità delle leggi in questione, dice la candidata alla presidenza del Lazio, "è impensabile che si possano realizzare impianti nucleari senza il consenso delle regioni".

Vendola ricorda le tribolazioni del 'suo' territorio, con la centrale a carbone di Cerano "uno dei ciclopi industriali che hanno generato più sofferenze ambientali e problematiche sanitarie nella zona". Però, nonostante questo, sottolinea: "Siamo diventati primi produttori in Italia di energia eolica e di energia solare fotovoltaica. Abbiamo messo al centro dei piani di riqualificazione delle periferie l'efficientamento e il risparmio energetico, fatto i primi investimenti nel settore d'avanguardia dell'idrogeno verde, colloqui con le imprese con l'obiettivo della copertura con pannelli fotovoltaici di capannoni industriali ed edifici pubblici".

Renata Polverini sul futuro ancora non si sbilancia: "Nel nostro programma, prima di esprimere una posizione definitiva, valuteremo gli indicatori legati al fabbisogno del territorio con grande attenzione", scrive oggi. Qualche giorno fa aveva detto che rispetto ai siti, però, occorre "rivedere tutto".

Se per Vendola il no al nucleare della Puglia (decretato dalla legge il 4 dicembre 2009, n. 30) è "una legge innovativa in risposta alla decisione del Governo di espropriare le Regioni e i territori del potere decisionale sul proprio destino", secondo la Polverini è "legittimo che il governo affidi alla Corte costituzionale il compito di dirimere un conflitto di competenze".

Il ricorso alla Consulta un atto intimidatorio, come lo ha valutato la sua rivale in corsa Emma Bonino? Una definizione che cela "un indizio di scarso rispetto delle Istituzioni e un cedimento alla demagogia".

"Ci sentiamo minacciati – dice Nichi Vendola – perché la scelta delle lobby del nucleare punterebbe alla nostra regione, che ha una bassissima sismicità e delle caratteristiche morfologiche ideali. In Puglia non vogliamo centrali nucleari, depositi di scorie, transito di materiali a cavallo fra usi civili e militari. Per questo alziamo le barricate contro una scelta nemica del Sud".

 

Taglia corto il ministro per gli Affari regionali, il pugliese Raffaele Fitto: "Le leggi regionali della Puglia, Campania e Basilicata che vietano la costruzione di centrali nucleari nel territorio regionale sono dettate dalla propaganda elettorale".

 

 

 

 

 

 

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